carciofo romanesco, noto anche con il nome di mammola, é uno dei prodotti della terra maggiormente legati alla cucina tradizionale laziale. La sua forma sferica e compatta e le sue sfumature viola lo rendono immediatamente riconoscibile, mentre la sua consistenza tenerae il sapore amabile ne fa un principe delle preparazioni più diverse,dal tradizionale carciofo alla romana, all’antico carciofo alla giudia, fino ai più recenti accostamenti ai prodotti del mare.Storicamente, notizie del carciofo sono presenti già nella letteratura romana (Columella, De Re Rustica) , mentre il nomederiva dall’arabo “al-karshuf” che significa “pianta spinosa”. Nonostante queste antichissime radici e la sua diffusione capillare nel centro Italia, solo dopo la seconda guerra mondiale il carciofo cominciò a diffondersi oltre i confini del Lazio. Per le sue eccellenti proprietà organolettiche e la grande versatilità in cucina, oggi è un ortaggio molto diffuso in tutte le regioni centro-meridionali della Penisola, ma il Lazio continua adessere il cuore delle colture più pregiate.Nella zona del Circeo la qualità più diffusa proviene dalle aree pianeggianti e collinari dei Monti Lepini ed é denominato “Carciofo di Sezze” (ma colture sono presenti anche a Pontinia, Sermoneta e Priverno). A differenziare le proprietà di questa varietà sarebbe il microclima della zona, caratterizzato dal riparo offerto dalla catena dei Lepini e dalla presenza dei venti che provengono direttamente dal mare, che ne riscaldano l’aria.Nei mesi diAprile e maggio, il periodo migliore per la raccolta, varie associazioni organizzano sagre e degustazioni per far conoscere questo prodotto ai turisti. Anche il Maga Circe partecipa a questo momento di celebrazione del cargiofo, riproponendo nel proprio menu stagionale i bombolotti calamari e carciofi e il pesce al forno con carciofi, due abbinamenti più recenti, ma comunque ormai entrati a pieno titolo nella nsotra personale tradizione culinaria. ]]>